Meristema

Il termine meristema (dal greco: divisibile in parti), pone l'accento sulla caratteristica principale di questo tipo di tessuti, e cioè l'attività di divisione cellulare.

L'accrescimento è una caratteristica permanente di una pianta (embriogenesi indefinita), a differenza degli animali (Speranza). D'altra parte questa capacità non è omogeneamente diffusa nell'intero organismo, ma è confinata in punti specifici, del fusto e della radice, occupati dai tessuti meristematici (detti anche embrionali), denominati apici vegetativi (caulinare e radicale).

All'interno degli apici sono state individuate diverse eterogeneità, relativamente ai piani di divisione cellulare, alla frequenza delle mitosi e ai tipi di tessuti adulti derivati.

Cellule iniziali, promeristemi e meristemi determinati

La parte terminale di un apice vegetativo è costituita da cellule definite iniziali, perché dalla loro divisione derivano tutte le altre cellule.

Cellule iniziali + cellule immediatamente derivate vengono collettivamente chiamate promeristemi. Tale termine sottolinea il fatto che queste cellule sono totipotenti.

Dai promeristemi derivano i cosiddetti meristemi determinati per attuazione di una fase della differenziazione detta determinazione, che restringe il ventaglio delle potenzialità generative rendendo questi meristemi non più totipotenti, ma multipotenti. Alcune decisioni sono state prese.

Il completamento del differenziamento dei meristemi determinati produce la struttura primaria.

I meristemi determinati sono 3:

  1. protoderma (da esso deriverà l'epidermide (botanica))
  2. procambio (originerà il sistema conduttore), con cellule tipicamente embrionali al MO
  3. meristema fondamentale (darà origine a tutti gli altri tessuti: parenchimi ecc.)

Apice vegetativo caulinare o apice del germoglio

Nel germoglio, procedendo longitudinalmente lungo l'asse, dopo la zona di determinazione troviamo la zona di differenziazione, caratterizzata da assenza di divisioni, accrescimento per distensione e maturazione strutturale.

Molto presto nell'apice del germoglio troviamo anche le seguenti strutture:

  • bozze fogliari: appendici laterali - inserite sull'asse del germoglio in punti chiamati nodi - che si svilupperanno in foglie.
  • primordi dei rami: protuberanze che si formano all'ascella delle bozze fogliari e che sono dei veri e propri apici vegetativi che ripeteranno il comportamento dell'apice da cui derivano, producendo quindi un corto asse provvisto di una serie di bozze fogliari molto ravvicinate tra loro e terminante con il cono vegetativo (Tav. 10). Questa struttura è chiamata gemma e dal suo sviluppo deriverà un fusto provvisto di foglie e cioè un ramo. La distensione del fusto deriva quasi totalmente dalla distensione delle cellule degli internodi in quanto quelle dei nodi effettuano una distensione molto modesta e a maturità risultano molto più piccole.

La produzione di foglie appare l'attività più caratterizzante dell'apice, in quanto:

  • l'asportazione di una bozza fogliare rallenta fortemente o inibisce del tutto l'allungamento dell'internodo sottostante. Distensione della lamina fogliare e distensione dell'internodo sono fenomeni sincroni, ma se manca il primo (asportazione) non c'è motivo che si verifichi il secondo, il cui scopo è distanziare fra loro le foglie nello spazio per facilitarne l'esposizione alla luce e all'aria.
  • la formazione del procambio e il suo differenziamento è direttamente dipendente dalla presenza delle bozze fogliari, la cui precoce asportazione li impedisce.

Apice radicale

Per quanto riguarda le cellule iniziali e derivate, e i promeristemi valgono gli stessi discorsi fatti sull'apice del germoglio.
Nell'apice radicale esiste però un centro quiescente in cui le mitosi sono molto più rallentate, di ruolo non chiaro.

La morfologia dell'apice radicale è più semplice di quella del germoglio a causa dell'assenza delle bozze fogliari (inutili dato che sottoterra la luce non arriva) e quindi di nodi e internodi.

L'apice non si trova in posizione apicale ma sub-apicale per via dell'esistenza della cuffia, un manicotto di cellule parenchimatiche che hanno lo scopo di proteggere il meristema dall'attrito col terreno durante la crescita della radice stessa. La cuffia deriva dalla differenziazione di cellule derivanti dall'apice stesso, quindi abbiamo due direzioni di differenziamento: verso l'alto (cellule che daranno la struttura primaria) e verso il basso (cellule parenchimatiche che formano la cuffia).
Ruoli della cuffia: protezione meccanica e gravitropismo positivo.

radice.JPG

Vedi anche

Salvo diversa indicazione, il contenuto di questa pagina è sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License